Musica per lavorare meglio in ufficio

Sembra che la musica da sottofondo possa essere un valido aiuto per lavorare in modo più efficiente e anche creativo. Ma a determinate condizioni. In questo articolo vedremo quali sono le regole da rispettare.
La musica è piacere, risveglia i ricordi e ha effetti positivi sia sull’organismo che sull’umore. Come sottofondo delle nostre giornate, è possibile ascoltarla ovunque. Anche sul lavoro, secondo alcune ricerche, la musica in ufficio aumenta la produttività, al contrario del rumore, che invece crea stress e distrae. Inoltre, ascoltarla mentre si svolgono azioni ripetitive (come inserire dati, oppure scorrere le email) aiuta a svolgerle più velocemente.
Uno studio, realizzato da LinkedIn e Spotify nel 2017, ha sottolineato come in Italia ben l’85% dei lavoratori si conceda, ogni tanto, un po’ di musica per lavorare in ufficio. Di questi, il 56% usa la musica per la concentrazione, il 52% per essere più creativi, il 39% per mantenere la calma e il 17% per coprire i rumori dei colleghi.
Volume e playlist
A stabilire il giusto volume per l’ascolto musica in ufficio è uno studio dell’Università dell’Illinois. Per ottenere i maggiori benefici sulle performance e sulla creatività, non bisognerebbe mai superare i 70 decibel. Un volume più alto infatti provocherebbe l’effetto contrario, mentre uno troppo basso non risulterebbe efficace. Ma qual è la musica più adatta per l’ambiente lavorativo? Secondo un’altra indagine, stavolta condotta dalla Cornell University, melodie felici e allegre favoriscono il lavoro di gruppo, portando le persone a collaborare per il bene dell’intero team.
Ascoltare le proprie canzoni preferite è il modo per sentirsi meglio e per ottenere benefici, ma ognuno ha i propri gusti. Se non è possibile raggiungere un accordo oppure indossare delle cuffie – non tutte le aziende permettono il loro utilizzo – si possono seguire alcuni consigli in merito alla scelta della musica per concentrarsi in ufficio. Innanzitutto, è meglio che non abbia testo, come quella classica. Oppure che sia straniera, perché focalizzarsi sulle parole porterebbe diventare fonte di distrazione. Se Mozart e Bach non rientrano tra gusti e opzioni, allora è consigliabile che la musica sia abbastanza familiare e conosciuta: si rischierebbe altrimenti che l’attenzione vanga assorbita da nuovi ritmi e melodie. La playlist Spotify consigliata per il lavoro ed elaborata prendendo in considerazione le colonne sonore da uffici in tutto il mondo, racchiude 50 canzoni famose. Brani di diversi generi musicali, che spaziano dal pop al rock. E la radio? Meglio scegliere stazioni che non abbiano interruzioni pubblicitarie, oppure che non prevedano momenti di parlato tra speaker, perché andrebbero a sovrapporsi alle voci dei colleghi.
Se invece, nonostante gli effetti positivi, la scelta di una colonna sonora attuale o di musica rilassante per lavorare in ufficio non venga condivisa da tutti, si può sempre optare per i suoni naturali. Lo scorrere dell’acqua o il vento che accarezza le foglie generano suoni che coprono altri rumori (come quello di stampanti e mouse) e aiutano a riassarsi, a rimanere concentrati e ad aumentare la percezione della privacy. Lo affermano i ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute dello Stato di New York.
L’utilizzo della musica in ufficio: quali regole?
Non è vietato ascoltare musica in ufficio, salvo indicazioni diverse negli accordi aziendali interni. Nel caso in cui venga usata come sottofondo, anche nelle sale d’attesa di studi professionali, in altri luoghi di lavoro oppure in foyer di cinema e teatri, è necessario chiedere il permesso e sottoscrivere un abbonamento alla SIAE. Il compenso per il diritto d’autore varia a seconda di diversi parametri: apparecchi utilizzati, numero di dipendenti o capienza dei foyer. Per il resto, vale sempre il buonsenso: la musica in ufficio può portare davvero molti vantaggi. A patto che non sia troppo alta e non crei disagio o disturbo ai colleghi.